ROMA, 20 ago. – “Non mi stancherò mai di ripetere quanto certe politiche economiche ‘istituzionaliste e staliniste‘ adottate in Italia dai governi Monti, Letta e Renzi producano l’impoverimento del ceto medio e una società oligarchica a servizio di pochissimi super-ricchi e di coloro che occupano ruoli di potere nelle istituzioni. L’antitesi, insomma, della società liberale e del modello capitalistico che formalmente questi governi fingono di rivendicare”.
Così Gianpiero Samorì, Forza Italia, spiega: “Purtroppo queste considerazioni diventano comprensibile mano a mano che la crisi economica si manifesta nella sua reale e drammatica portata, non più occultabile da manipolazioni mediatiche o da messaggi di sorriso”.
“L’esempio ultimo – continua Samorì – è rappresentato dalle strategie pensate dal Governo per risolvere il problema degli esodati: anziché cercare soluzione nell’ambito di una riqualificazione della spesa si ipotizza di sottrarre denaro a coloro che percepiscono pensioni superiori ai 3500 euro. Ciò significa, al netto delle imposte, pensioni di circa 2000 euro netti al mese. Si tratta di una classica operazione di redistribuzione parassitaria della ricchezza che nulla ha a che vedere con la creazione della ricchezza. Al contrario, simili interventi porteranno sempre più persone a livelli di pura sopravvivenza con le evidenti conseguenze in termini di ulteriore recessione. Colpire nuovamente il ceto medio significa, infatti, compulsare quella porta della società ancora in grado di sostenere i consumi”.
“Chiunque legga con attenzione i libri di storia vedrà che è la stessa operazione logico-culturale prevista nei piani quinquennali di Stalin, adottata in Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Bulgaria e Germania dell’Est, un’operazione che ha portato intere economie e interi popoli letteralmente alla fame. Per questo – conclude Samorì – occorre una Rivoluzione Culturale capace di contrastare questa deriva e riportare al centro dell’attenzione le politiche necessarie per la creazione e corretta redistribuzione di nuova ricchezza, in grado, infine, di superare le attuali politiche che finiranno per redistribuire solo povertà”.