ROMA, 7 set. – “Un governo di statisti e non di “piacioni” andrebbe in Consiglio dei Ministri per approvare testi legislativi di diretta applicazione senza necessità di emanare successivi decreti attuativi”.
Lo afferma Gianpiero Samorì, esponente di Forza Italia, che spiega: “Questa tecnica normativa, già utilizzata da degli statisti veri di cui si è persa traccia, come Giolitti, Mussolini, De Gasperi, Fanfani, Moro… metterebbe in condizione i cittadini di sapere con chiarezza ciò che è consentito dalla legge e ciò che non lo è; consentirebbe l’immediata entrata in vigore delle norme anticipandone gli effetti; ridurrebbe i poteri della burocrazia nelle mani della quale finiscono le deleghe per la redazione dei regolamenti attuativi”.
“Infatti – continua Samorì – i burocrati scrivono i regolamenti attuativi con un linguaggio burocratico, lontano dalla vita reale, atto ad assicurare e a mantenere la posizione di potere che gli è stata concessa. L’approvazione di testi legislativi di diretta applicazione toglierebbe quindi alla burocrazia il massimo potere che ora detiene: quello normativo”.
“Chiaramente – conclude Samorì – tutto ciò richiede una presupposto: che i ministri capiscano le norme che vengono proposte e le conseguenze che esse producono sulla società. Quanti degli attuali ministri supererebbero un semplice test sugli stessi provvedimenti approvati dal governo? Mi piacerebbe che le Iene li interrogassero sul contenuto dei provvedimenti del proprio ministero di competenza. Sarebbe la prova lampante che nessun ministro conosce il contenuto e le conseguenze delle norme che emana”.
Giuliano Giulianini says:
Tutto sacro santo, il problema è come realizzare queste condizioni politiche. Chi vuole far parte di un Esecutivo, ad ogni livello, amministrativo o legislativo ( regionale o nazionale) dovrebbe avere conoscenze specifiche del mondo del lavoro e delle sue dinamiche e non delegare a chi ha passato una vita dietro una scrivania. Troppi ” burocratici” che devono assicurarsi il loro futuro, decidono norme che legittimano la loro esistenza ma creano enormi problemi di sopravvivenza alle aziende ed al mondo del lavoro, in molte occasioni compromettendolo. Trovare una strada per interrompere questa spirale perversa, sarebbe una rivoluzione da fare. Prima che sia troppo tardi.