ROMA, 18 feb. – “Quello che sta succedendo in Ucraina pone tutto l’occidente di fronte a un bivio che già si era proposto nel 1938 a fronte delle pretese espansionistiche della Germania. È evidente che storicamente si siano determinate delle aree di confine “promiscue” (per esempio anche l’Alto Adige ha un’etnia prevalentemente tedesca) ma se si accettasse il principio per cui i confini possano essere sempre modificati per soccorrere determinate minoranze, si creerebbe un’instabilità generale con una serie di reazioni a catena non più controllabili”.
Lo afferma Gianpiero Samorì, esponente di Forza Italia e presidente del Mir, Moderati in Rivoluzione.
“Così come successe nel 1938, quando per non innescare una guerra e per non intaccare il commercio internazionale, si lasciò alla Germania la possibilità di invadere l’Austria e la Cecoslovacchia, anche oggi il rischio è che si possano determinare situazioni per cui chi è più forte possa prevaricare sul più debole modificando la stessa geografia politica. La storia insegna che se questi fenomeni non si fermano per tempo poi tendono a dispiegarsi in modo ancor più virulento. Se la Russia oggi rivendica l’annessione di quella parte di Ucraina e fosse certo che si limiterebbe solo a quella parte, il fatto sarebbe deprecabile ma, paradossalmente, si potrebbe accettare – spiega Samorì –. Il fatto è che non è escluso che poi queste rivendicazioni continuino. Si creerebbe così un precedente che potrebbe coinvolgere anche altri Paesi”.
“Detto questo è importante analizzare anche le cause non superficiali di questa crisi. La Russia si trova in un momento di forte crisi economica interna e, come spesso succede quando si parla di superpotenze, quando un’economia va in crisi lo Stato tende a trasferire questa crisi all’esterno, verso un nemico. Bisognerebbe perciò riuscire a far comprendere a Putin che l’obiettivo dell’occidente non è impoverire la Russia bensì mantenere un equilibrio di lungo periodo che gioverebbe anche alla Russia. Bisognerebbe dimostrare, anche economicamente, di voler superare questo momento di difficoltà attraverso la cooperazione, evitando di portare la Russia all’isolamento. Putin deve fidarsi dell’Europa, deve sapere che nell’Europa può avere un amico, non un nemico. Se ciò non avverrà, se si continuerà a far prevalere l’ostilità nei confronti della Russia – conclude Samorì –, ci sarà da aspettarsi altre reazioni militari, forse anche peggiori di quelle viste finora”.