ROMA – “Il settore edile versa in condizioni drammatiche ma chi punta il dito solo contro la crisi non ha capito il problema”. Lo afferma Gianpiero Samorì, esponente di Forza Italia e presidente del Mir – Moderati in Rivoluzione.
“Tutti noi sappiamo benissimo che la nostra edilizia è ferma: non si costruiscono più case, se ne vendono poche e la maggior parte delle abitazioni sono state svalutate – spiega Samorì – Ma da cosa dipende principalmente questo fattore? Dipende dal fatto che le case sono in relazione al numero della popolazione. In Italia invece si è sviluppata un’industria di costruzioni rivolta allo sviluppo immobiliare fine a se stesso. Questo metodo ha bruciato territorio e svalutato gli immobili a causa dei tantissimi invenduti e, infine, ha danneggiato il patrimonio naturalistico che in Italia rappresenta di per se un valore economico assoluto”.
“Dobbiamo ripartire dalle imprese di demolizione e riqualificazione – continua Samorì – In questo modo creeremmo davvero occupazione, specializzazione e sviluppo. Ridaremmo valore al comparto abitativo perché, riducendo il numero di abitazioni inutili, si rivaluteranno quelle utili, con un vero valore intrinseco; andremmo, infine, a rivalutare i centri storici e renderemmo più semplice la gestione delle città in termini di servizi e di ordine pubblico. In questo modo migliorerà l’assetto territoriale, la qualità di vita dei cittadini e l’attrattiva dell’offerta turistica”.
“Quello che sostengo è già stato fatto da un’importante Maison italiana: Cucinelli. L’azienda si trova all’interno di un borgo umbro totalmente riqualificato. Nel fondo valle vedeva deturpata la bellezza del luogo da alcuni capannoni dismessi. Cucinelli ha comprato i capannoni per demolirli riportando la Valle al suo equilibrio naturale. La differenza tra il prima e il dopo è lampante. Ora in quel luogo chiunque passi non vede più nulla che non sia in sintonia con l’ambiente. Questo – conclude Samorì – significa riqualificare l’ambiente e creare un vantaggio competitivo. Chi ci ha guadagnato? Chi ha venduto il capannone, chi lo ha demolito, chi oggi va in vacanza in quei posti, chi ci vive e ci lavora. Un vantaggio di tutti con una perdita di nessuno”.
Gianpiero Samorì