Samorì: “E’ una opportunità. Chi viene nella nostra nazione deve sapere che qui ci sono delle regole”
Al primo posto i valori della Costituzione. Chiunque arriva in Italia ha il dovere di considerare questo aspetto fondamentale…
Quali proposte per un’adeguata politica di intervento sul fenomeno immigratorio? Se ne è discusso sabato ad Ariano Irpino nell’ambito del Convegno sulle politiche immigratorie e diritti fondamentali, organizzato dall’Università degli Studi Niccolò Cusano Telematica Roma in collaborazione con la Fondazione Forense Ariano Irpino “Erminio Grasso” e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Benevento.
“Al primo posto i valori della Costituzione. Chiunque arriva in Italia ha il dovere di considerare questo aspetto fondamentale. Stessa cosa vale per l’applicazione delle norme. Una Nazione che non comprende l’importanza di questi principi è destinata allo sfracello sociale.” E’ la posizione di Gianpiero Samorì tra i relatori più attesi ad Ariano Irpino all’interessante convegno di grande attualità sulle politiche immigratorie.
“In questo periodo il tema dell’immigrazione, in particolare quella islamica, sta ponendo riflessioni molto articolate. Se si volesse tralasciare per un attimo le reazioni di pura pancia, fin troppo facili da sostenere, e si volesse approfondire davvero la questione, ci sarebbe un punto fondamentale che pare essersi perso di vista: l’Italia ha una Costituzione”.
Così spiega ancora Gianpiero Samorì: “La nostra Costituzione esprime dei valori che chiunque venga in Italia ha il dovere di rispettare. Se si accetta anche solo astrattamente l’idea che chiunque venga qui possa trasferire stili di vita non in linea con i nostri principi costituzionali, si accetta l’idea di disgregare dall’ interno la nostra società. La questione – continua Samorì – non è essere contrari o favorevoli all’ immigrazione islamica. La questione è che alcuni stili di vita, come per esempio la segregazione delle donne nei luoghi pubblici o la poligamia, non sono in linea con la nostra Costituzione. Deve essere chiaro quindi che, pur essendo un diritto venire in Italia, questo non è un obbligo. Tutti all’estero devono percepire che chiunque venga in Italia ha il dovere di adattare il proprio stile di vita – non al nostro, o alla nostra religione – bensì ai nostri principi costituzionali”.
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