L’elezione a Presidente della Repubblica Francese del Dott. Macron insegna alcune cose:
- La prima è che l’elettorato di qualsiasi nazione ritiene superata la precedente fase politica e le persone che l’hanno rappresentata, non perché siano stati indegni del ruolo, ma in quanto è chiaro a tutti che siamo entrati in una fase storica ed economica diversa che va approcciata con idee nuove e persone nuove.
- I popoli di ogni stato hanno bisogno e voglia di leaders propositivi, che offrano prospettive di soluzione ai problemi attuali e che non si limitino ad essere sempre contro ed a trincerarsi su ogni tema dietro il vezzo del benaltrismo.
Chi parla solo in negativo intercetta la rabbia, l’antisistema, la preoccupazione, ma tende a distaccarsi dal ceto medio produttivo che è l’ asse portante delle società a capitalismo avanzato. - La selezione della classe dirigente non può più essere demandata a ristrette élite politiche, ma ha bisogno di processi di selezione democratica che possono variare dalle primarie, dalle preferenze, dai collegi uninominali o da altro ancora, ma che non possono prescindere da un modello di selezione aperta.
Gianpiero Samorì