ROMA, 5 feb. – “Il sistema delle grandi banche popolari così com’è oggi non funziona. Ma ci sarebbe un’alternativa alla trasformazione di queste banche in S.p.A.: l’imposizione di statuti che riportino le banche popolari al proprio ambito naturale”.
Così Gianpiero Samorì, esponente di Forza Italia e presidente di Bper Futura, spiega: “Le banche popolari sono banche eccezionali, strumenti essenziali per veicolare l’economia reale, soprattutto in una nazione come l’Italia, fatta di distretti e di diverse economie”.
“Il problema – continua Samorì – è che alcune di queste banche, per scelte errate del management, hanno deviato dalla loro missione. L’ingordigia, l’appetito e il senso di onnipotenza di alcune classi dirigenti hanno manipolato il sistema trasformando le banche popolari in banche universali, con interessi a livello nazionale e internazionale, allontanandole quindi dal territorio e dal loro compito di rappresentarne le specificità e costruendo al contempo sistemi autoreferenziali di tipo feudale e nepotistico”.
“Per fare in modo che questi istituti tornino alla propria originaria missione, l’alternativa alla trasformazione delle popolari in Spa, potrebbe essere quindi un cambio di statuto che stabilisca, per esempio, i termini della durata degli amministratori, che vieti agli amministratori di fare certe operazioni, che disponga l’impossibilità per i dirigenti pensionati di rivestire altre cariche nel C.d.A. Occorrerebbe inoltre distinguere le assemblee consentendo ai dipendenti di votare solo in un’assemblea separata per l’elezione di un loro rappresentante nel C.d.A. ma non nell’assemblea generale, ove il voto capitario andrebbe contemperato con il voto azionario. Questi semplici ma necessari accorgimenti – conclude Samorì – basterebbero per limitare gli abusi che in tutti questi anni sono stati perpetuati dalle dirigenze di alcune popolari e, forse, eviterebbero la loro conversione in S.p.A.”.