Roma, 22 gen. – “Il presidente Renzi non ha dato un avviso di sfratto alle banche popolari bensì lo ha dato ai loro gruppi di comando autoreferenziali che negli ultimi anni, pensando che questa situazione potesse durare in eterno, si sono preoccupati di gestire le banche più nel loro interesse di continuità gestoria che non nell’interesse dei soci, dei dipendenti e del territorio”.
Lo afferma Gianpiero Samorì, esponente di Forza Italia e presidente dei Moderati in Rivoluzione. “Già cinque anni fa – aggiunge Samorì – avevo capito che questo modello non poteva tenere. Non è possibile che i dirigenti di una banca si preoccupino più della propria carriera individuale che della gestione corretta della banca stessa. Speriamo che ora, anche grazie a questo provvedimento, questi dirigenti facciano un passo indietro che favorisca la creazione di un gruppo di azionisti solidi, strutturati, finanziariamente in grado di favorire lo sviluppo della banca applicando regole meritocratiche all’interno di tutta la struttura. Non vi sarà più spazio per i portatori di voto, vi sarà spazio per coloro che saranno contrassegnati da principi meritocratici”.
“Quindi mi chiedo: avranno il coraggio gli attuali dirigenti di fare un passo indietro e favorire questa nuova fase o cercheranno in tutti i modi di utilizzare il potere che rimane loro per arroccarsi, trovare meccanismi, individuare fondi che possano comunque tutelare o tamponare la loro posizione? Spero – conclude Samorì – che scelgano la prima posizione. Sarebbe infatti un comportamento da grandi uomini capire che il proprio tempo è finito. L’alternativa è tra prolungare un’agonia a danno della banca, dei soci e dei dipendenti oppure lasciare un ottimo ricordo favorendo un passaggio di consegne e di mentalità che garantisca alla banca di restare, anche in forma di società per azioni (Spa), una banca di territorio”.