ROMA, 13 mag. – “Se c’è un caso in cui Forza Italia non ha né arte né parte è quello dell’Expo. I fenomeni di cui stiamo parlando sono stati favoriti da una serie di disposizioni normative, a partire dal governo Monti, che hanno cambiato le regole degli appalti”.
Così Gianpiero Samorì, candidato di Forza Italia alle elezioni europee nella circoscrizione Nord Est, ospite questa mattina a Omnibus (La7), risponde al giornalista David Parenzo che mette in relazione il caso Expo a Forza Italia.
“Non esistono regole in grado di limitare questi fenomeni – continua Samorì –, si possono mettere quanti magistrati si vuole ma se la struttura è malsana e ha tendenza a coprirsi, non è questa soluzione. Gli appalti devono essere gestiti da persone non solo per bene ma in grado di capire cosa c’è sotto. Sono le persone che stanno ai vertici delle catene di appalti che devono essere qualificate e attente. Altrimenti si allenta l’attenzione sulla struttura” spiega Samorì.
“Quello che stupisce è che in una vicenda in cui Forza Italia non c’entra nulla si vada a montare un caso su Berlusconi: né dal punto di vista normativo, né applicativo, né per le nomine, Forza Italia è stata coinvolta, né il presidente Berlusconi né alcuna impresa riconducibile a Forza Italia è implicata” continua Samorì. “Il danno che queste vicende producono all’Italia non si limita solo all’Expo ma si estende a tutto il dibattito politico. Siamo in piena campagna elettorale e dovremmo parlare di una nuova idea di Europa, anche in vista del semestre europeo, dovremmo capire che rapporto mantenere rispetto all’Euro e quali direttive appoggiare o boicottare. Invece siamo costretti a discutere di atti criminali” spiega Samorì. “È giusto farlo ma dobbiamo essere consapevoli che questi atti non offendono solo l’economia dello Stato ma anche il dibattito pubblico”.