ROMA, 24 mar. – “E’ inutile parlare di aumento del reddito se non si cambia drasticamente il meccanismo di tassazione perverso che si è costituito”.
Lo afferma Gianpiero Samorì, presidente del Mir – Moderati in Rivoluzione e esponente di Forza Italia.
“E’ l’imposizione fiscale, infatti, a produrre un impoverimento collettivo nel Paese. Nell’arco di dieci anni, a fronte di una crescita del reddito del 28%, la parte di reddito finita in tasse è passata dal 28% al 31%, con un incremento di ben 3 punti percentuali – spiega Samorì -. Quindi la crescita esponenziale della pressione fiscale ha fatto sì che al 28% di aumento del reddito venisse eroso in tasse più del 50%”.
“Ciò significa – continua Samorì – che la società si sta impoverendo e che la fascia che più ne risente è quella dei ceti medi. Se noi andassimo a definire i carichi fiscali ci accorgeremmo, infatti, che il ceto medio è quello più martoriato. Se in un sistema, che si vorrebbe definire di capitalismo avanzato, sparisce il ceto medio, l’intera società tracolla. Tutte le società capitaliste si basano, infatti, sul consumo e il consumo è prevalentemente prodotto dai ceti medi, i quali hanno non solo una propensione maggiore alla spesa ma anche un desiderio maggiore di mobilità sociale. La vera leva del nostro sistema”.