Il candidato di Forza italia «È là che si decide davvero il nostro futuro. Tre progetti già pronti per cambiare l’Europa e spingere l’economia»
Gianpiero Samorì non perde tempo e, tra un viaggio e l’altro in lungo e in largo per il Nord Est, ha trovato il tempo di selezionare una squadra di 5 persone che, in caso di elezione a parlamentare europeo, metterà a lavorare a Bruxelles. E non come portaborse. «Sono due ragazze e 3 ragazzi che assumerò a mie spese per aprire un ufficio e un portale a disposizione di imprenditori ed enti pubblici di informazione consulenziale. Io voglio che tutti conoscano le opportunità dell’Europa e come fare per beneficiarne». Questo per dire che l’avvocato e professore modenese dimostra di aver preso con grande serietà ed impegno la sua candidatura a parlamentare europeo in lista di Forza Italia per il Nord Est. Una sfida non facile.
Professore, come mai questa decisione di candidarsi?
«Come sa ho rifiutato l’anno scorso un posto sicuro da parlamentare e da sottosegretario. Questo perché il mio cono di attenzione professionale non si addice al parlamento italiano. Le grandi scelte, che a me interessano di più, la vera alta politica di oggi, si fa in Europa. Tutte le normative che decideranno il futuro di questo Paese sono Europee. Ritengo che sia quello il posto in cui io posso dare un contributo qualificato».
Lei è tredicesimo in lista, in un collegio non facile, quello del Nord Est.
«La candidatura l’ho accettata con grande entusiasmo. Certo il fatto che si voti con le preferenze costituisce un salto nel buio. Io avrei ritenuto adeguato il posto da capolista… Al netto di quello, un posto vale l’altro. I voti vanno conquistati e certo la circoscrizione Nord est non aiuta, essendo un territorio non omogeneo e che ha problematiche diverse».
Se non erro, il sistema delle preferenze in questo caso non la entusiasma.
«C’è un motivo per cui sono perplesso: mi sono reso conto che da anni mandiamo in Europa personale non adeguato, e di conseguenza non abbiamo il ritorno dall’Europa che dovremmo avere. A Bruxelles servono persone preparate, perché dobbiamo aiutare il Paese concretamente».
La campagna elettorale come la sta conducendo?
«Intanto è molto impegnativa cerco di battere tutto il territorio per conoscere tutte le problematiche».
Che quadro sta emergendo?
«Non buono. L’economia è in crisi profondissima, molto peggio rispetto a quella che viene rappresentato in tv, vedo però che la gente ha voglia di fare, e sta aspettando qualcuno che indichi percorsi possibili, per un diversa ripartenza. In generale, il problema principale che viene posto è quello del credito. Stiamo distruggendo l’economia minore, e quindi una fetta importante del paese con le difficoltà di accesso al credito.».
Tre idee o leggi che intende realizzare a Bruxelles
«La prima come le ho detto è l’ufficio di consulenza gratuita a disposizione degli italiani e delle imprese. Ogni anno si perdono grandi occasioni e grandi finanziamenti proprio perché non conosciamo le opportunità. In secondo luogo presenterò immediatamente una legge che modifichi il trattato di Maastricht consentendo agli stati di impartire direttive strategiche alla Bce. E’ la Banca Centrale Europea che deve essere veicolata dalla politica e non il contrario. Ad esempio la Bce dovrà essere quella che obbliga gli istituti bancari che accedono ai benefici finanziari, ad utilizzare queste somme per almeno il 50% per famiglie e imprese».
E la terza proposta?
«Credo sia indispensabile un intervento straordinario della Bce che finanzi con l’extra deficit un piano quinquennale per il rilancio dell’edilizia, con 100 miliardi annui per l’Italia finalizzati alla ripresa del settore edile mediante demolizioni, espropri e riqualificazione, recuperando così territorio. Dobbiamo demolire buona parte delle brutture esistenti e ricostruirle riducendo però lo spazio occupato. In questo modo si creeranno migliaia di posti di lavoro ».
E per Modena?
«Mi occuperò in particolare della Bassa. Intendo chiedere che venga dichiarata la condizione di gravissima calamità e che i fondi vengano destinati direttamente alla comunità, per far fronte ai danneggiamenti per famiglie e imprese. Senza passare da Stato, Regione, Comuni. Le istituzioni rallentano le procedure».
D’obbligo una domanda in chiave amministrativa. Quanto rischiano di penalizzare il centrodestra le candidature di Giovanardi e Pellacani?.
«Penso che la scelta di Giovanardi di dividere il Centro destra sia sbagliata. Se fosse dipeso da me, se il senatore fosse stato più chiaro nei suoi propositi, non avrei avuto alcuna difficoltà a candidarlo come sindaco di coalizione. Ma Giovanardi, coerentemente con la scelta nazionale dell’Ncd, ha preferito l’accordo con il Pd. E per come è stata proposta la sua candidatura, sorge il sospetto che sia frutto proprio di una sorta di accordo con il Pd…».
Come finirà?
«Sono fiducioso. Dopo 70 anni di amministrazione deludente, riusciremo a voltare pagina».. (3.continua)
Andrea Marini