Anche nella vicenda dei voucher la classe dirigente italiana ed in particolare quella parlamentare, scontano un dato tragico, quello di non avere alcuna conoscenza della realtà economica per non aver mai lavorato un’ora in vita loro.
Le aziende hanno assoluta necessità di forme di lavoro occasionali per sopperire alle esigenze temporanee reali e quindi hanno bisogno di flessibilità. Questa esigenza andrebbe contrappesata con un maggior reddito e migliori contributi a favore dei lavoratori occasionali rispetto ai dipendenti assunti.
In pratica: se un’ora lavorata per un lavoratore fisso costa ad un’azienda 20 euro, un’ora lavorata con il voucher ne dovrebbe costare 25/30 evitando così che uno strumento di flessibilità si trasformi in un abuso e contrappesando un deficit di stabilità con una migliore retribuzione.
Siccome questa sarebbe la giusta strada, ovviamente nessuno al Governo e al Parlamento sarà in grado di capirla e men che meno di adottarla.
Gianpiero Samorì